A un certo punto i giovani, con alle spalle una struttura solida, hanno deciso che non volevano piu’ essere imprigionati in questa struttura ma dire la propria. “Eravamo pronti a ‘morire’ per un’idea. L’idea e’ il senso della vita, dava una direzione, un progetto, un futuro, ma questo doveva essere etico e poggiare su basi di giustizia e di equilibrio, di proporzione fra le parti”. La dimensione valoriale “ci ha portato irrinunciabilmente a non essere razzisti, a non tollerare le diseguaglianze, a essere libertari, ad accettare l’altro, e ad andare verso gli equilibri anche da un punto di vista economico, per far si’ che uomini e donne fossero rappresentati in giusta proporzione nei vari contesti. Il giovane di allora era questo”. Racconta alla Dire Marini, che ha partecipato all’XI convegno nazionale dell’Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy (ICSAT) su ‘Il puer, l’aspetto eternamente giovanile della psiche”.