PSICOSOMATICA

Il termine psicosomatica necessità più di tanti altri di una precisazione. E’ frequente che in terapia arrivi un paziente inviato dal medico di base che, escluse tutte le cause organiche dichiara che il problema che il paziente pone è una questione psicologica e effettua quindi l’invio allo psicologo. Ciò comporta rabbia nel paziente che si confronta oltrechè con il sintomo e quindi con la sofferenza, anche col relativo senso di colpa. “Se non è fisico è psichico, cioè l’ho voluto io e solo la mia volontà può eliminarlo. Se non passa è perché non voglio veramente.” Ma psiche non significa necessariamente volontà cosciente.
Siamo abitanti di una società complessa che impone uno stile di vita che favorisce lo sviluppo di personalità fragili e dipendenti. I ritmi di lavoro e gli impegni sono scanditi dall’orologio tecnologico e non più da quello biologico, le relazioni sono improntate al medesimo consumismo che si ritrova nel consumo dei beni e in caso di difficoltà non si dispone più di un istinto che ci soccorre, ma l’aiuto viene dall’esperto o dal libro che spiega.
Questa società che si muove col libretto delle istruzioni per vivere, produce una serie di malesseri e quando la psiche non riesce più a elaborarli vengono scaricati sul corpo. Il corpo arriva tardi ma quando arriva il suo messaggio è pesante.
Possiamo dire col dr. Frigoli, Presidente dell’ANEB (Associazione Nazionale di Ecobiopsicologia) che “(…) l’anima è costretta ad ammalarsi sempre di nuovo, finchè non ha ottenuto ciò che vuole; e ciò che vuole è l’autenticità della propria condizione umana, la libertà della propria espressività e la realizzazione della propria progettualità. Quando l’autenticità, la libertà e la progettualità sono in varia misura compromesse, allora la nostra anima, il nostro Sé psicosomatico, soffre e manifesta la sua sofferenza in quella dimensione umana che l’Io chiama malattia.” (2008, Prefaz. a Cappello Grimaldi, IL SENO IMPAZZITO, Armando,p.11).
Per questo nella presa in carico del paziente in un’ottica psicosomatica il corpo è importante, in esso sono racchiusi una molteplicità di messaggi che chiedono solo di essere decodificati. Il sintomo è come qualcuno che bussa alla porta per essere ascoltato, se nessuno risponde allora il richiamo diventa più forte e può aggravarsi. A volte basta prestare attenzione per un’attenuazione del problema. La ricerca di una propria autenticità attraverso il riconoscimento di se stessi, della libertà di esistere con proprie caratteristiche, da la possibilità di costruire un progetto possibile e riprendere lo sviluppo bloccato e incarnato del sintomo fisico.
Per questo nei colloqui psicoterapici a impronta psicosomatica è dato ai messaggi del corpo lo stesso rilievo che agli stati d’animo, ai sogni o alle parole. Insegnare al paziente a sentirsi e aiutarlo a creare delle parole per i propri stati d’animo lo libera dall’onere di lasciare questo compito al corpo.
Io utilizzo questo metodo facendo riferimento alla scuola di Ecobiopsicologia (ANEB).